RITORNO ALLE RADICI Gaetano Restifo

‘U zu Neddu ‘u fotografu

GAETANO RESTIFO nasce a Linguaglossa il primo aprile 1891, figlio di Rosario e di Rosa Sciacca, cresce nel quartiere del Carmine ma sin da giovane è costretto a lavorare, famiglia numerosa la sua, le difficoltà sono tante, ma appena compie i diciotto anni decide di partire per l’America, come tanti giovani come lui, cosi nel 1910 emigra in America.

Il 30 settembre 1913 si imbarcano a Messina sulla Nave Ivernia il fratello minore Sebastiano, Giuseppina e Lucia, la sorella Maria Carmela invece rimane a Linguaglossa con i genitori, Maria si sposerà nel gennaio del 1915 con Giuseppe Sgroi, ed avrà ben sei figli. L’America è in piena espansione, le porte per un futuro sereno si aprono per la “Famiglia Restifo”. Sebastiano è ancora giovane ed è Gaetano che in certo qual modo dirige la baracca. Dopo alterne vicende, i due fratelli decidono di mettersi in società e aprono un mobilificio, sono anni duri e pur provando a vendere direttamente senza mediatori, dopo un po sono costretti ad abbandonare il progetto. Come tutti gli emigrati anche loro si stabiliscono nel quartiere abitato soprattutto da paesani, e sono diverse le famiglie linguaglossesi che ritrovano, ci sono le famiglie dei Greco, dei Melita, dei Vecchio, degli Scandurra. Gaetano conosce Adelina Greco, i due si sposano nel 1916, nel febbraio del 1917 nasce il loro primogenito Rosario, seguiranno altre 4 figlie. Sebastiano si sposa con Carmela Vecchio, anche lei linguaglossese, avranno tre figli. Caratteri molto diversi, portano spesso a incomprensioni e a litigi, Gaetano molto più riflessivo, cerca di guidare la famiglia ma Sebastiano, ultimo nato, non ci sta lui è più esuberante, sanguigno, vuole tutto e subito. Sarà motivo della loro separazione. Anche le sorelle Lucia e “Pipina” si sposano e prendono altre strade, ma sempre vicini, le feste soprattutto saranno il momento della loro riunione.
Dopo alterne vicende, con periodi di alterne fortune, e subito dopo la recessione Gaetano inizia a lavorare insieme al figlio, ancora giovane, in una importante società fotografica. Oltre la fotografia, la sua grande passione, sarà la pittura che negli anni della maturità gli procurerà grandi soddisfazioni.

Primo Viaggio - Agosto - Dicembre 1928

Il primo viaggio alla ricerca delle sue radici lo compie a 37 anni, come compagni di viaggio ha una macchina fotografica e una teleca-mera. Era il 1928, la grande depressione stava creando grandi problemi a tutta la società americana ma soprattutto agli emigrati che vivevano alla giornata, ma è proprio in questo momento che Gaetano, come racconta il figlio Rosario nella sua autobiografia che decise di ritornare al paese, sentiva che li avevano bisogno di lui. Certo per la famiglia che rimase in America furono mesi difficili.
Dopo 18 anni ritrova tutto quello che aveva conservato nella sua memoria, ritrova gli amati genitori, la sorella Maria, ritrova parenti, amici, odori, sapori; rivede la sua “manedda” al Carmine, dove era cresciuto, dove aveva sognato una vita migliore, il suo cuore sembra quasi scoppiargli in petto. Sempre a tracollo la sua inseparabile macchina fotografica, ha con se anche una macchina da presa, è la prima macchina da presa che cattura immagini di Linguaglossa. Molte sono le cose che sono cambiate da quando è partito, da un paio di anni c’è la luce elettrica nelle strade principali, Via Libertà e Via Umberto I, da due anni la Teleferica trasporta legname dalla pineta, da un anno hanno collocato il Monumento ai Caduti, vede completato il nuovo Palazzo Comunale, la bella Villa San Rocco ha preso il posto della grande radura dove si depositavano i tronchi trascinati a valle dalla montagna; il grande sventramento della via Libertà che lui aveva visto iniziare è oramai completato; appena 5 anni prima la grande eruzione del giugno 1923 aveva fatto tremare tutta Linguaglossa e non solo, i figli lontani avevano mandato tutto quello che potevano per alleviare il dolore. Quasi non riconosce più la sua Linguaglossa. Il video sembra girato da un turista frettoloso, ma non è così, è lui che ha fretta di registrare il più possibile ed in fretta, non si vuole perdere nulla, per quando poi sarà in America. Rivede la chiesetta dove è stato battezzato, le suore dell’asilo che lo avevano aiutato a crescere, queste un pò intimidite da quella macchina mandano saluti a chi sta in America. Rivede e riprende strade, piazze, chiese, la vendemmia e ancora la sua montagna. È piena estate, si gode le due grandi feste paesane; San Rocco, la festa dei “Catusi”, della “ ‘Ntinna”, dell’Asta e poi la festa religiosa a Sant’Egidio, il Santo Patrono.Riprende ed è uno dei pochi a farlo, l’eruzione del 2 novembre che distruggerà Mascali, non co-nosceva la lava, la riprende più volte.
Giunge il giorno della partenza, chiude le valigie, però questa volta sono piene, stracolme di ricordi, racconti, immagini, parole, anche di lacrime. La mattina di buon accompagnato dalla madre Maria e dal padre Rosario, dalla sorella Maria ed dal marito Peppino Sgroi va alla stazione della Circum Etnea, prende la prima Littorina che va a Giarre dove lo attende il treno che lo porterà a Napoli. Il 12 dicembre 1928 si imbarca sulla motonave “Augustus”, arriva il 22 dicembre, questa volta però non rimarrà due giorni nell’isola di Ellis Island, in quarantena, lui è adesso un naturalizzato, quello fu un Natale che non dimenticò mai.

Secondo Viaggio - Agosto - Ottobre 1953

Gaetano ritorna un’ultima volta nel 1953, va a stare dalla sorella Maria, la madre è morta nel 1936 ed il padre di 88 anni vive con la figlia. Ancora la macchina fotografica gli fa da inseparabile compagna, ma è la famiglia che questa volta privilegia, ma non trascura di fotografare il paese, gli scatti del 1953 a differenza di quelli del 1928 che diventarono cartoline, faranno parte di due “Album Fotografici” che pubblicò in America, per gli emigranti ma vennero venduti anche a Linguaglossa e Taormina. Il 3 ottobre 1953 con un volo n. 919/03 della TWA ritorna in America. Ora solo poche ore lo separano dai suoi affetti.
‘U zu Neddu ‘u fotografu”, così lo ricordano oggi i suoi nipoti, muore il 12 giugno 1974. [Indietro]


Linguagrossa - 1928 - Ritorno alle radici - Viaggio nella memoria di un emigrato
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